🤖 Perché abbiamo bisogno di un CAIO - Legge Zero #64
Dopo DeepSeek arriva dalla Cina un'altra IA, un agente destinato a fare discutere per la sua velocità. Le pubbliche amministrazioni (che non sono pronte) avrebbero bisogno di un responsabile per l'IA.
🧠 La sfida della velocità
Ci sono alcuni stereotipi, luoghi comuni, che sono tali a quasi tutte le latitudini. Uno di questi è quello secondo cui la pubblica amministrazione abbia tempi e procedure molto più lenti rispetto a quelli del settore privato (e alle esigenze dei cittadini).
Se non ci credete, pensate a Zootropolis, film d’animazione prodotto da Disney (che ha vinto l’Oscar nel 2017) ambientato in una città popolata solo da animali. Quando è stata scelta la specie dei personaggi da far lavorare in un ufficio pubblico - la motorizzazione civile - quelli di Disney non hanno avuto dubbi: si tratta di bradipi.
In una scena tra le più divertenti del film, i protagonisti si recano nell’ufficio pubblico per ottenere informazioni su una targa, ma la loro urgenza contrasta con la lentezza dei bradipi che lavorano allo sportello, offrendo una satira - non troppo sottile - sulla burocrazia e sulle sue inefficienze.
Sia chiaro, questo - come tutti gli stereotipi - è tanto scorretto, quanto, spesso, ingeneroso per chi lavora negli uffici pubblici con competenza e passione. È tuttavia sintomatico di una percezione, quella degli utenti, in cui le risposte della pubblica amministrazione non arrivano nei tempi (sempre più veloci) a cui siamo abituati grazie alle tecnologie digitali.
È questo uno dei motivi per cui - in tutto il mondo - lo sviluppo di modelli e sistemi di intelligenza artificiale, sempre più evoluti, è stato visto come una soluzione ai problemi di pubbliche amministrazioni sempre più in crisi di efficienza e fiducia.
Guardate ora il video qui sotto - diventato virale nelle ultime ore - che mostra all’opera Manus, un’IA cinese. Si tratta di un agente IA in grado di svolgere 50 attività contemporaneamente: gestisce transazioni e acquisti, effettua ricerche, seleziona il personale, posta sui social media.
Manus è un’IA progettata per gestire autonomamente compiti complessi e articolati in più fasi. Il suo funzionamento si basa su un framework collaborativo composto da tre componenti principali: pianificazione, esecuzione e verifica dei compiti. Quando riceve un input dall'utente, Manus analizza la richiesta per identificare obiettivi e requisiti, scomponendo l'attività in fasi specifiche e attuabili. Successivamente, seleziona il modello di intelligenza artificiale più adatto per eseguire il compito. Una volta completato il compito, Manus effettua una rigorosa autoverifica dei risultati. Se rileva anomalie, rivaluta e perfeziona automaticamente il processo di esecuzione per garantire risultati accurati e di alta qualità.
Poche settimane dopo DeepSeek arriva un’altra IA dalla Cina, capace di lasciarci a bocca aperta (non è ancora disponibile per tutti, ma potete guardare i casi d’uso e mettervi in lista d’attesa qui).
Adesso, dopo aver guardato Manus in azione, confrontatelo con il video in cui Flash - il bradipo di Zootropolis - prova a recuperare il numero di targa di un solo veicolo.
Non credo ci sia bisogno di molte altre parole per comprendere che, se vogliono evitare di essere percepite come ancora più lente e lontane dai bisogni dei cittadini, le amministrazioni abbiano l’urgenza di iniziare a cogliere le opportunità dell’intelligenza artificiale, affrontandone le relative sfide.
Come ci fa capire in modo efficacissimo il video di Manus adottare l’IA è molto di più che usare un chatbot per fare domande o far preparare le bozze di email e documenti.
La sensazione, infatti, è che - anche nella transizione verso l’IA - le amministrazioni si stiano comportando da bradipi, troppo lenti per stare al passo con l’evoluzione tecnologica dei provider, macchinosi nella definizione delle strategie, paurosi delle implicazioni economiche e legali, spesso inconsapevoli che la velocità è un fattore decisivo per i progetti di IA.
Una risposta efficace a queste sfide risiede nell'introduzione della figura del Chief AI Officer (in sigla ‘CAIO’), un dirigente responsabile per l’adozione dell’IA. Il CAIO - sigla che in Italia potrebbe provocare fanciullesche ironie - è una figura che si sta diffondendo già all’estero con il compito di sviluppare e implementare strategie di intelligenza artificiale che migliorino l'efficienza operativa e la qualità dei servizi offerti agli utenti.
Da Mastercard alla NASA, da Pfizer alla CIA, sono sempre più le organizzazioni pubbliche e private che hanno nominato il proprio CAIO.
Questi i principali compiti di questa figura:
Sviluppo e attuazione della strategia IA: definire una visione chiara per l'adozione dell'AI che sia allineata con gli obiettivi strategici dell'organizzazione.
Supervisione dell'implementazione: garantire che i progetti di IA siano eseguiti in modo efficace, rispettando tempi e budget, e che apportino valore tangibile all'organizzazione.
Rispetto delle norme e responsabilità: stabilire framework e policy per un’adozione dell’IA che sia rispettosa delle regole vigenti, affrontando questioni come bias algoritmici, privacy degli utenti e conformità alle normative applicabili.
Gestione del cambiamento e formazione: promuovere una cultura aperta all'innovazione, fornendo opportunità di formazione e sviluppo per il personale al fine di integrare efficacemente l'IA nei processi operativi (AI literacy).
A livello pubblico, i primi a ricorrere alla figura del CAIO sono stati gli USA. L’amministrazione Biden aveva obbligato tutte le agenzie federali statunitensi a nominare un proprio CAIO per supervisionare tutte le attività legate all’adozione dell’IA e mitigare i rischi associati. Finora il Presidente Trump non li ha eliminati, anche perché sono in tanti - anche nel mondo delle imprese - a ritenere che questa figura sia indispensabile per assicurare la competenza IA delle amministrazioni. Nel frattempo, sono sempre più gli Stati e le città che stanno identificando il proprio responsabile dell’IA.
E in Italia? Siamo alle battute iniziali e le amministrazioni sono ancora all’inizio delle proprie riflessioni su una strategia in materia di intelligenza artificiale (come dimostrano le Linee Guida dell’Agenzia per l’Italia Digitale che sono in consultazione fino al 20 marzo e di cui abbiamo parlato in LeggeZero #62).
In realtà, nelle pubbliche amministrazioni italiane ci sarebbe un ufficio destinato naturalmente a raccogliere il ruolo di CAIO: è l’ufficio RTD, responsabile della transizione digitale, obbligatorio in tutti gli enti pubblici (ne abbiamo parlato anche qui se volete approfondire).
Attenzione però a non fare mere campagne di rebranding: non basta cambiare il nome all’ufficio RTD per avere un CAIO. Un recente studio dell’Università di Stanford sulle amministrazioni USA, infatti, dimostra che, senza formazione e risorse, i nuovi responsabili sono destinati al fallimento.
🔊 Un vocale da… Fernanda Faini (Università Pegaso)
L'intelligenza artificiale per la pubblica amministrazione è più un’opportunità o un rischio? E chi deve governare la transizione verso l’amministrazione algoritmica?
Nel vocale di questa settimana, una delle giuriste italiane più attente ai temi della digitalizzazione della pubblica amministrazione sottolinea come le caratteristiche stesse dell’IA – basata su dati, algoritmi di machine e deep learning e inferenze – siano alla base sia delle sue potenzialità che delle criticità da presidiare (soprattutto nell'ambito della pubblica amministrazione).
Fernanda Faini evidenzia anche il ruolo cruciale della governance dell’IA all’interno di ogni singola amministrazione, tema che non deve interessare i soli tecnici, ma che deve diventare patrimonio condiviso dell’intero ente. Il ruolo centrale - quello del CAIO - va affidato al responsabile della transizione digitale, ma assicurando la stretta collaborazione con altre figure chiave (come il DPO, il data protection officer previsto dalla normativa sulla protezione dei dati personali).
🏛️ Arriva un nuovo corso targato LeggeZero: ‘Il CAIO per la pubblica amministrazione’
Siete interessati alla figura del Chief AI Officer e volete approfondire i temi legati all’adozione dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione?
Abbiamo organizzato un corso che potrebbe interessarvi: è dedicato a tutti coloro che vogliono guidare - magari proprio come CAIO - la sfida dell’intelligenza artificiale nelle pubbliche amministrazioni.
Il corso, articolato in 6 appuntamenti dal 31 marzo al 17 aprile 2025 (per un totale di 24 ore di formazione), affronta le complesse sfide dell'implementazione dell'IA negli uffici pubblici attraverso una prospettiva multidimensionale:
Aspetti tecnologici: strumenti e metodologie per l'adozione consapevole dei sistemi di IA.
Aspetti normativi: conformità alle regolamentazioni emergenti in materia di tecnologie digitali (dall’AI ACT al GDPR, passando per il CAD e le Linee Guida Agid).
Aspetti organizzativi: strategie di governance dell'innovazione e gestione del cambiamento.
Particolarmente rilevante sarà il focus sull'evoluzione del ruolo del Responsabile per la Transizione Digitale (RTD), figura chiave nell'ecosistema dell'innovazione pubblica.
Non mancheranno esperienze e case di studio per apprendere dai colleghi di altre amministrazioni buone prassi e errori da evitare.
Se vi interessa, trovate qui info su docenti, programma, iscrizione e costi.
💊 IA in pillole
L’uso dell’IA nel settore pubblico non è solo questione tecnologica, ma è un tema di fiducia. Lo dimostrano gli esiti di un interessante sondaggio condotto da Americans for Responsible Innovation. Contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, la maggior parte degli elettori statunitensi (55%) è contraria all'uso dell'intelligenza artificiale da parte delle amministrazioni per prendere decisioni rilevanti, come quelle legate ai sussidi per disoccupazione, ai prestiti universitari o prestiti alle piccole imprese. Questo scetticismo potrebbe derivare in parte da una scarsa conoscenza dell’IA, dato che molti non hanno ancora sentito parlare nemmeno di ChatGPT. Tuttavia, i timori appaiono anche motivati da preoccupazioni reali sul rischio di discriminazioni. Anche per questo motivo, una larga parte degli intervistati vorrebbe che il governo rallentasse nell'adozione di IA, preoccupata dall’assenza di regole adeguate e dai possibili effetti negativi sulle persone.
Proprio per rispondere a queste preoccupazioni, Governi e istituzioni di tutto il mondo stanno pubblicando Linee Guida per l’adozione responsabile dell’IA nel settore pubblico (in LeggeZero #62 abbiamo parlato dei documenti pubblicati in Italia e UK). Si tratta di un trend in crescita, basti pensare che solo nelle ultime settimane:
🇨🇦 il governo canadese ha pubblicato la sua prima strategia sull'intelligenza artificiale per la pubblica amministrazione federale;
🇪🇺 la Commissione Europea ha pubblicato un rapporto che mira a identificare le competenze e le pratiche di governance necessarie per un'efficace adozione e uso dell’intelligenza artificiale nel settore pubblico europeo (anche alla luce dell’AI Act);
🇮🇳 il governo indiano ha pubblicato un framework sulle competenze necessarie per l'integrazione dell'IA nel settore pubblico;
🇳🇿 il governo neozelandese ha pubblicato Linee Guida per l'adozione sicura e responsabile dell’IA nella pubblica amministrazione;
🇲🇾 il governo della Malesia ha pubblicato le sue Linee Guida per l’adozione dell’IA nel settore pubblico.
Spoiler: i documenti si somigliano quasi tutti, molti principi (alti) e poche indicazioni pratiche.
Conoscete DuckDuckGo? È il motore di ricerca che non raccoglie né condivide le informazioni personali degli utenti. Ebbene, da qualche giorno ha pubblicato una nuova funzionalità Duck.ai che consente agli utenti di interagire privatamente con chatbot IA di terze parti, garantendo l'anonimato. Supporta modelli come Claude 3 Haiku di Anthropic, Llama 3.3 70B di Meta, Mistral Small 3 24B di Mistral AI e GPT-4o mini di OpenAI. Le conversazioni sono memorizzate localmente sul dispositivo dell'utente, assicurando che nessun dato venga salvato su server remoti. Si tratta di una soluzione economica per chi non vuole addestrare le IA con i propri dati.
😂 IA Meme
Il meme di questa settimana illustra come le organizzazioni (pubbliche e private) stiano rapidamente adottando l'IA per applicazioni relativamente semplici (i ‘frutti a portata di mano’), come chatbot per gli utenti o utilizzo da parte dei team di comunicazione per scrivere i post sui social media.
Le implementazioni più impegnative e complesse, invece, richiedono maggiore sforzo, comportano rischi più elevati e necessitano di un’azione organizzativa più strutturata. Sono i frutti che - nella vignetta - restano sull’albero perché nessuno arriva a prenderli (magari il CAIO riuscirebbe ad arrivarci).

😂 meme IA … che non lo erano
Non solo chatbot e agenti virtuali: anche la robotica può rendere più moderna la pubblica amministrazione. Lo dimostra questo video virale, in cui la polizia di Shenzhen, in Cina, utilizza già veri e propri ‘Robocop’ nelle strade.
Considerata la sempre maggiore esigenza di sicurezza avvertita a tutte le latitudini, c’è da scommettere che presto qualcuno proverà ad arruolarli anche dalle nostre parti.
Voi cosa ne pensate? Vi farebbero sentire più sicuri oppure più preoccupati?
📚 Consigli di lettura: abbiamo davvero bisogno di un CAIO?
Un articolo pubblicato da MIT Sloan Management Review prova a rispondere a una domanda interessante: quali sono le organizzazioni che hanno davvero bisogno di un dirigente responsabile in materia di intelligenza artificiale (Do you really need a Chief AI Officer?).
Gli autori - quattro dei quali hanno ricoperto in passato il ruolo di Chief Digital Officer (dirigente responsabile della transizione digitale) - presentano una prospettiva informata sul valore potenziale di un CAIO, evidenziando come la risposta dipenda principalmente da due fattori: l'importanza strategica dell'IA per l'organizzazione e la sua maturità nell'implementazione di tecnologie di intelligenza artificiale.
Particolarmente interessante è l'analisi delle fasi di maturità dell'IA in un’organizzazione (da 1 a 5) e di come l'utilità di un CAIO raggiunga il suo apice nelle fasi intermedie (2-4), quando l'organizzazione sta attivamente sperimentando e implementando soluzioni di IA, ma diminuisca significativamente quando l'IA è completamente integrata nei processi aziendali.
L'articolo mette in guardia contro l'adozione acritica di questa posizione dirigenziale come semplice moda, evidenziando potenziali svantaggi come conflitti con altri ruoli dirigenziali. Interessante l’approccio degli autori secondo cui il ruolo del CAIO non dovrebbe diventare una posizione permanente.
Una lettura utile per coloro che si interrogano su come strutturare la governance dell'IA nelle loro organizzazioni in un periodo di rapido cambiamento tecnologico.
📺 Consigli di visione: dovremmo temere che l’IA ci sostituisca?
La rapida diffusione dell’intelligenza artificiale nelle amministrazioni e nelle imprese pone domande importanti: l’IA rimpiazzerà gli esseri umani? E cosa dobbiamo fare di fronte a questa evoluzione?
A questi interrogativi prova a rispondere un intervento di Kuldeep Panjwani (esperto di cybersecurity e IA) in cui il relatore espone il suo punto di vista: l’IA non è una minaccia, ma uno strumento potente e complementare alle capacità umane.
Panjwani, attraverso il racconto del proprio percorso professionale, condivide esempi concreti sull’impatto dell’IA in settori quali videogiochi, chirurgia e aviazione. Dalla programmazione di modelli in grado di supportare interventi chirurgici complessi a sistemi di IA che ottimizzano le operazioni di routine, emerge come l’intelligenza artificiale spesso non riesca a cogliere il quadro complessivo in cui è chiamata a operare. Questo dimostra che l’IA non è autonoma né perfetta, ma è uno strumento che, se ben usato, può potenziare la creatività e le capacità umane di problem-solving.
Il messaggio finale invita a non temere l’IA, ma ad abbracciarne le potenzialità, sperimentandola per trovare soluzioni innovative e per concentrarsi su aspetti creativi piuttosto che su compiti ripetitivi.
📣 Eventi
AI Tour - Milano, 26.03.2025
Master “CAIO, il Chief AI Officer della pubblica amministrazione” - Webinar, 31.03-17.04.2025
Generative AI Summit - Londra, 31.03-02.04.2025
CAIO Summit - New York, 16.04.2025
🙏 Grazie per averci letto!
Per ora è tutto, torniamo la prossima settimana. Se la newsletter ti è piaciuta, commenta o fai girare.
Tutto bello, ma è un sistema già destinato a fallire perché:
1. Le riforme sono sempre a costo zero;
2. Le PP.AA. non hanno ancora scoperto i FOSS, figuriamoci se scoprono prima l’IA