🤖 Artisti di tutto il mondo, unitevi! – Legge Zero #21
Nella giornata mondiale della creatività e dell'innovazione, parliamo dell'appello di oltre 250 cantanti per evitare che l'IA rubi loro il lavoro. Possiamo fare a meno di artisti e creativi?
🧠 Artisti Vs. IA
John Philip Sousa era un compositore e direttore d’orchestra molto famoso negli USA, tra la fine dell’ottocento e i primi anni del novecento. Non guardava di buon occhio la nascente industria discografica e, nel 1906, parlando della tecnologia di registrazione più evoluta dell’epoca (il cilindro fonografico), nel corso di un’audizione dinanzi al Parlamento statunitense disse:
Queste macchine parlanti rovineranno lo sviluppo artistico della musica in questo paese. Quando ero ragazzo... davanti a ogni casa nelle serate estive, trovavi giovani riuniti a cantare le canzoni del momento o vecchie melodie. Oggi senti queste macchine infernali funzionare giorno e notte. Non ci rimarrà più una corda vocale. Una corda vocale sarà persa per un processo evolutivo, come è successo per la coda dell'uomo quando si è evoluto dalla scimmia.
A distanza di oltre un secolo, sappiamo che non è andata così. Tanto che le parole di Sousa, i suoi timori e le sue irrealistiche previsioni, vengono spesso citate quando artisti e creativi si scagliano contro l’uso delle “nuove tecnologie” del momento.
È un dibattito che torna ciclicamente perché, negli ultimi 150 anni, l’evoluzione tecnologica ha posto sempre nuovi dilemmi per scrittori, compositori, attori e cantanti. In questo momento storico, ovviamente, la domanda è “l’intelligenza artificiale può davvero sostituire gli artisti?”.
Ad opinione di Billie Eilish, Nicki Minaj, Norah Jones, Elvis Costello, Katy Perry, Laura Pausini, Jon Bon Jovi, R.E.M., Pearl Jam, Sheryl Crow, si tratta di un timore fondato. Questi nomi fanno parte di un gruppo di circa 250 artisti (Artists Rights Alliance) che hanno rivolto un appello pubblico a sviluppatori, aziende e piattaforme affinché cessino di utilizzare l’IA “to infringe upon and devalue the right of human artist” (“cessare l’uso dell’intelligenza artificiale per violare e svalutare i diritti degli artisti umani”). La petizione si chiama “Stop devaluing music”, “Basta svalutare la musica”.
Il folto e rappresentativo gruppo di musicisti, nella lettera aperta pubblicata qualche settimana fa, se da un lato riconosce il potenziale rappresentato dall’IA a supporto della creatività umana, dall’altro ne lamenta l’uso irresponsabile da parte di alcune piattaforme e non solo perché allenerebbero i loro modelli con opere protette senza il permesso dei legittimi titolari (e quindi senza il riconoscimento del giusto compenso), ma anche perché perseguirebbero l’obiettivo - affermano i sottoscrittori - di sostituire il lavoro degli artisti umani con suoni e immagini create dall’IA. Da ciò ne discenderebbe la conseguenza, potremmo dire, ovvia della distruzione dell’ecosistema digitale, con l’effetto di “diluire” le royalties riconosciute agli artisti. I firmatari chiedono quindi che non vengano sviluppati sistemi di IA il cui scopo o effetto sia quello di sostituire la creatività umana, che imitino o replichino l’arte dei cantanti e degli artisti, negando loro un giusto compenso per il lavoro.
E non è uno scenario futuribile. Tra le numerose cause che già affollano le Corti americane sul tema dello scraping c’è, ad esempio, quella promossa da Universal Music Group (UMG) contro Anthropic [Case 3:23-cv-01092] per ottenere, tra l’altro, un’ingiunzione al pagamento dei diritti per l’uso illegittimo del proprio repertorio: Universal sostiene che il chatbot di intelligenza artificiale di Anthropic, Claude,
“copia e diffonde illegalmente vaste quantità di opere protette da copyright, tra cui i testi di numerose composizioni musicali di proprietà o controllate protette dal diritto d’autore.”
I promotori dell’azione legale assumono che sarebbero stati violati i diritti relativi a oltre 500 canzoni e chiedono il risarcimento di danni per oltre 75 milioni di dollari. A dimostrazione delle proprie tesi, UMG ha depositato il testo di una canzone che Claude avrebbe descritto come una sua autonoma creazione (“una canzone che ho scritto”), intitolata ‘The Day The Music Died’ (una frase tratta da ‘American Pie’). A quanto pare, la maggior parte dei versi della canzone sono presi direttamente dalla famosa ‘American Pie’ scritta da Don McLean (i cui diritti sono detenuti da UMG).
Non è solo una questione di soldi, però. Nell’appello della Artists Rights Alliance, infatti, pare registrarsi un cambio di prospettiva, passando dalla mera (e legittima) rivendicazione dei diritti economici per lo sfruttamento delle opere creative, al timore di vedersi totalmente sostituiti: è forse la prima categoria di lavoratori che, complice la loro visibilità, mettono nero su bianco il timore di perdere il proprio lavoro - e la propria funzione sociale - per colpa dell’IA.
Non mancano, però, le voci contrastanti. A tale proposito, va sicuramente segnalata la posizione espressa al Congresso americano da un altro gruppo di artisti che usano (e quindi vedono favorevolmente) l’IA generativa. A fronte delle significative preoccupazioni riguardo all’IA sostenute dai creativi “apocalittici”, gli “integrati” reclamano il loro interesse a vedersi inclusi nel dibattito sull’IA generativa al fine di bilanciare la polarizzazione verso istanze ritenute “distruttive”. Già, perché c’è chi sta già usando l’IA come strumento per creare nuove opere che sono in grado di riscuotere l’interesse del pubblico. Ad esempio, nel 2023 un’artista noto come Ghostwriter ha generato, mediante l’utilizzo di software di IA, un brano intitolato "Heart On My Sleeve”, facendo - idealmente - collaborare due artisti planetari del calibro di Drake e The Weeknd. La canzone - prima di essere rimossa - ha ottenuto un notevole successo con oltre 230.000 riproduzioni su YouTube e più di 625.000 riproduzioni su Spotify. Tuttavia sembra chiaro il profilarsi il problema di un sempre più difficile bilanciamento tra diritti degli artisti ed utilizzo di software di IA generativa.
Il dibattito è solo all’inizio e, in attesa di una soluzione condivisa a livello globale, si registrano i primi interventi delle istituzioni. E non vanno sempre nel senso di assecondare le richieste degli “apocalittici”. Alcuni mesi fa, per esempio, sono state pubblicate le Linee Guida sull’IA e il diritto d’autore dell’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone. Queste Linee guida esplorano, in particolare, l’eccezione prevista dalla legge sul copyright giapponese (articolo 30-4) che consente “l’uso e lo sfruttamento di un’opera protetta dal diritto d’autore, in qualsiasi modo e nella misura ritenuta necessaria, salvo che ciò crei un danno ingiusto agli interessi dell’autore” e vari scenari legati all’uso dell’IA (ad esempio, la copia di massa dello stile di un artista, l’uso dei file robots.txt per respingere l’indicizzazione web e l’apprendimento automatico, RAG, ecc.).
Con il documento in questione, le autorità nipponiche confermano il pieno sostegno allo sviluppo di strumenti di IA, riconoscendo - in quel Paese - ampi diritti di sfruttamento anche sulle opere protette da copyright, purché i diritti degli autori vengano adeguatamente considerati mediante il riconoscimento di un congruo corrispettivo.
L’equo compenso sarà la soluzione globale?
🔊 Un vocale da… Lodo Guenzi: l’IA può davvero sostituire gli artisti? chi può scrivere una bruttissima canzone e chi una bellissima? nel vocale di questa settimana abbiamo il piacere di ospitare le riflessioni di un famoso cantante italiano.
📰 Meta lancia Llama 3, ma gli utenti europei non possono usarlo (senza VPN)
Con un post su Instagram, Mark Zuckerberg ha annunciato la nuova versione del suo modello di IA, Llama 3.
Secondo il fondatore di Facebook, si tratta dell’assistente di IA più intelligente tra quelli disponibili gratuitamente. Il bot potrà essere interrogato direttamente dalle piattaforme Meta (Facebook, Instagram, Whatsapp e Messenger) oltre che - da browser - all’indirizzo www.meta.ai. Attenzione, però, se siete utenti europei, almeno per ora, non potete utilizzarlo. E si, è a causa delle norme UE.
Se volete capire di più come funziona, vi rimandiamo a questa guida di
(che ha anche scoperto che anche Llama3 ha i problemi di altri sistemi IA con la verità storica).⚖️ Dagli USA 🇺🇸 una proposta di legge per imporre la trasparenza sull’addestramento delle IA
Bilanciare l’innovazione tecnologica e l’utilizzo di sistemi di IA con la tutela del diritto d’autore: è questo l’obiettivo di un recente disegno di legge denominato “Generative AI Copyright Disclosure Act” e presentato, negli Stati Uniti, dal parlamentare Adam Schiff.
Secondo quanto previsto dalla proposta, che opererebbe con effetto retroattivo sui sistemi di IA esistenti, le aziende avrebbero l’obbligo di rivelare l'uso di opere protette da copyright utilizzate per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale generativa, con sanzioni fino a 5.000 dollari in caso di violazione. La proposta prevede anche la pubblicazione un database pubblicamente accessibile per verificare l'utilizzo di opere protette nei dati di addestramento. In questo modo, tutti potrebbero verificare se propri contenuti sono stati utilizzati senza il pagamento di diritti.
Non sappiamo se questa proposta sarà approvata, ma “trasparenza dei dati di addestramento” e “equo compenso” sono sempre più ricorrenti nelle proposte di regolazione, a qualsiasi latitudine.
💡 L’IA fa cose
Boston Dynamics ha presentato la nuova versione di Atlas, il suo robot umanoide. Ovviamente, è in grado di imparare e interagire grazie all’IA. Sarà in grado anche di fare un concerto?
I produttori del film “Civil War” avrebbero realizzato locandine promozionali ricorrendo all’IA, ma senza dichiararlo. Gli utenti se ne sono accorti e non hanno gradito.
Il film “Late Night With the Devil” ha ricevuto diverse recensioni negative dopo che gli utenti si sono accorti dell’uso dell’IA per alcune scene. I registi sono stati costretti a difendersi, dicendo di aver fatto ricorso all’intelligenza artificiale, ma solo per tre immagini.
Microsoft ha pubblicato una ricerca su VASA-1, progetto per far parlare qualsiasi immagine, inserendo solo un audio come input. Ad esempio, se proprio ci teniamo, possiamo far rappare la Monna Lisa.
📚 Consigli di lettura: “Viaggio oltre l’ignoto” di P. Baccalario, M. Magnone, D. Morosinotto
Cosa succede se si assegna la stessa sfida creativa a un essere umano e a un’intelligenza artificiale?
La risposta la trovate in "Viaggio oltre l'ignoto" una sfida narrativa tra, da un lato, Valentina Federici, un'autrice esordiente, e, dall’altro, cinque Intelligenze Artificiali (GPT 3.5, GPT 4, Claude 1, Claude 2 e DeepL). A entrambe, autrice e IA, sono state affidate identiche regole di lavorazione, identici input, stesso numero di fasi di scrittura, per poter avere due processi di scrittura confrontabili.
I risultati sono stati molto diversi, creativamente e stilisticamente, e - a giudizio dei curatori del libro - sorprendenti. Il romanzo dell’essere umano è risultato più interessante, ricco, vario. L'IA è ancora ripetitiva, ma ha scritto il finale più bello. E siamo solo all’inizio.
😂 IA Meme
Quando addestri un LLM non puoi mica ricordarti di tutto.
📣 Eventi
AI, Medical Devices & Data Protection - Webinar, 23.04.2024
Per ora è tutto, torniamo la prossima settimana. Se la newsletter ti è piaciuta, commenta o fai girare. Grazie!